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Enrico Sarzanini (RDS): «Favorevole alla ripresa. Tra la Lazio ed Inzaghi legame fortissimo» – ESCLUSIVA
Il noto giornalista è intervenuto ai nostri microfoni per parlare di Lazio e della situazione di emergenza in cui si trova il calcio italiano
Enrico Sarzanini, giornalista radiofonico per Dimensione Suono Roma e grande tifoso laziale, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per esprimere il suo punto di vista sulla situazione che sta vivendo il calcio italiano e anche sulla Lazio.
È favorevole o contrario alla ripresa del campionato?
«Sono assolutamente favorevole alla ripresa del campionato per svariati motivi: innanzitutto sarebbe un segnale positivo per tutta quella gente che in questi mesi è stata costretta alla quarantena, una bella iniezione di fiducia che darebbe positività in un momento tragico come questo dove tantissima gente continua a perdere la vita. In seconda battuta il calcio è un’industria che conta non solo calciatori, dirigenti e presidenti ma anche migliaia di semplici dipendenti che guadagnano cifre «normali» e che dunque rischiano di restare a casa senza lavoro. Io dico che serve ripartire per il bene di tutti».
Lo stop in Francia e Olanda potrebbe influire sulla Serie A?
«Ho la sensazione che l’Italia stia aspettando le mosse di Inghilterra ma soprattutto Germania. La loro scelta di tornare o meno in campo secondo me peserà molto anche sulle nostre decisioni».
Secondo lei, senza questo stop, la Lazio avrebbe vinto lo scudetto?
«Prima dello stop la Lazio aveva la situazione ideale per vincere lo scudetto: era in fiducia dopo aver battuto la Juventus per ben due volte (una in Supercoppa Italiana) e l’Inter, scavalcandola in classifica e avrebbe potuto sfruttare la pressione che c’era sul tecnico bianconero Sarri messo sul banco degli imputati proprio dopo la sconfitta contro i biancocelesti. Come se non bastasse stavano per ricominciare le Coppe e la squadra di Inzaghi avrebbe potuto sfruttare il fatto di giocare una sola volta a settimana. Non so se lo avrebbe vinto ma certamente poteva lottare fino alla fine per farlo».
Qual è stata l’arma in più dei biancocelesti in questa stagione?
«La forza di questa squadra è stato un mix di esperienza, tecnica e affiatamento. Parliamo di una formazione che la scorsa estate è stata semplicemente ritoccata, con un gruppo unito e coeso ma soprattutto formato da campioni del calibro di Milinkovic, Immobile, Leiva e Luis Alberto. Il resto lo ha fatto Inzaghi diventato in poco tempo un grande allenatore».
Quale deve essere l’obiettivo della Lazio l’anno prossimo? Lo scudetto o la qualificazione in Champions?
«L’asticella ormai è stata alzata e la Lazio, se vuole proseguire in questo percorso di crescita, nella prossima stagione dovrà puntare comunque al massimo: quindi lottare per lo scudetto e cercare di arrivare più lontano possibile in Champions. Chiaro che per competere alla pari nell’Europa che conta ci vorrà più tempo, ma sarà importante qualificarsi anno dopo anno per acquisire sempre maggiore esperienza».
Inzaghi è molto vicino al rinnovo. Può diventare il Ferguson della Lazio?
«Credo che di Ferguson sia unico nel suo genere. Il calcio moderno è cambiato molto e pensare oggi ad un allenatore che resta tutta la vita credo sia pretestuoso. Resta il fatto che tra la Lazio ed Inzaghi c’è un legame fortissimo che dura da ben 20 anni e questo qualcosa vorrà dire. I presupposti per farne un nuovo Ferguson ci sono tutti ma quanto accaduto la scorsa estate, con il tecnico che sembrava in procinto di lasciare i biancocelesti, ci fa capire quanto le cose possano cambiare in un attimo».