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Scommesse sportive, Lotito guida la battaglia contro il Decreto Dignità
Entrato in vigore nell’estate del 2018, il Decreto Dignità ha impedito la pubblicità di case da gioco e scommesse nel settore sportivo, causando ingenti problemi alle società di calcio, che hanno perso il sostegno economico derivante di queste sponsorizzazioni. Ad oggi, il presidente della Lazio e senatore della Repubblica Claudio Lotito, insieme al presidente della Figc Gabriele Gravina e al ministro dello Sport Andrea Abodi, stanno portando avanti una battaglia normativa per abolire il disegno di legge del Decreto Dignità. Questa azione ha già portato a una parziale apertura, consentendo alle aziende del settore di effettuare pubblicità indiretta. Se la battaglia portata avanti da Lotito e Gravina avesse esito positivo, non è difficile da immaginare che molte società si muoverebbero per siglare accordi con piattaforme di iGaming, come ad esempio quelle presenti nella lista stilata da Nino Lucchesi di Truffa.net, redattore esperto del campo, dove è possibile verificare la top 10 dei casinò online. Questo permetterebbe alle squadre di recuperare una parte degli introiti perduti e di rafforzare il proprio bilancio, garantendo maggiore stabilità economica. Inoltre, l’abolizione del divieto di sponsorizzazione potrebbe aprire nuove opportunità anche per le categorie minori, che spesso dipendono in larga misura dagli sponsor per sostenere le proprie attività.
Decreto dignità, il caso della Lazio
In passato, la Lazio, come del resto molte altre società italiane, aveva stretto un accordo di sponsorizzazione con un operatore del gioco d’azzardo, nello specifico con il provider russo Marathon Bet. Tuttavia, questo accordo fu bruscamente interrotto a causa dell’entrata in vigore del Decreto Dignità, causando alla società problemi finanziari significativi a causa della perdita degli introiti previsti, fino all’accordo con un nuovo sponsor (rapporto che è stato a sua volta interrotto prima del previsto) . Il caso della società biancoceleste, ad oggi Lotito e Gravina sostengono che il Decreto Dignità abbia penalizzato fortemente il calcio italiano, limitando le fonti di finanziamento per le società sportive e creando un divario competitivo con altri campionati europei dove le sponsorizzazioni delle società di scommesse sono ancora permesse. La loro battaglia, dunque, mira a ristabilire un quadro normativo più favorevole per il calcio italiano, consentendo alle società di accedere a nuove risorse economiche e di potersela giocare ad armi pari con gli altri club europei.
Le sponsorizzazioni come fonte di finanziamento per il calcio
Le sponsorizzazioni rappresentano una fonte di finanziamento fondamentale per le società calcistiche, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello attuale. Le aziende del settore del gioco d’azzardo, in particolare, sono da sempre disposte a investire ingenti somme di denaro nel calcio, poiché questo sport in virtù dell’importante seguito e della grande visibilità di cui gode, costituisce una vetrina privilegiata. Con l’entrata in vigore del Decreto Dignità, moltissime società hanno dovuto rinunciare ai propri rapporti di sponsorizzazione con gli operatori del gioco d’azzardo, accusando un duro colpo per le finanze di molti club. È importante sottolineare che il Decreto Dignità non ha colpito solo le squadre di Serie A, ma anche quelle di Serie B e delle categorie inferiori, che nella maggior parte dei casi dipendono molto di più dal sostentamento garantito dagli sponsor. La perdita di questi introiti ha costretto le società a rivedere le proprie strategie economiche e a cercare nuove forme di finanziamento, con conseguenze che si sono fatte sentire anche sul piano sportivo.
L’importanza di un quadro normativo chiaro e stabile
Ad oggi, la presenza di un quadro normativo chiaro e stabile, che garantisca la sostenibilità economica del calcio italiano, sembra un passaggio essenziale. Le società sportive necessitano di certezze legali per poter pianificare le proprie attività e i propri investimenti a lungo termine. Il Decreto Dignità, con le sue limitazioni alla pubblicità, ha creato incertezza e difficoltà per molte società, che hanno visto drasticamente ridursi le proprie fonti di finanziamento. Qualora vi fosse l’abrogazione di tale legge o perlomeno una sua importante revisione, a trarne giovamento sarebbe l’intero movimento calcistico italiano (che recentemente ha perso anche i vantaggi del Decreto Crescita), poiché ciò potrebbe portare a un aumento significativo degli introiti per le società, consentendo loro di investire in giocatori, infrastrutture e attività giovanili.