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Scontri fra tifosi di Lazio e Palermo: ecco la verità nascosta

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Ci fosse stato qualcuno capace di raccontare come sono andate, veramente, le cose a Palermo. Macchè. Giornali, siti e media in generale hanno dato, come spesso accade quando di mezzo ci sono i laziali, una versione dei fatti totalmente opposta a quella che invece è stata la realtà.

 

In tutto questo ci sono otto ragazzi (4 laziali e 4 palermitani) arrestati dopo gli scontri tra le due tifoserie e adesso in carcere, in isolamento, per rissa e almeno fino al 22 aprile non usciranno di galera.

 

Si è detto e si è scritto tanto sull’accaduto. Un trattamento vergognoso della vicenda a livello mediatico. I giornali siciliani hanno raccontato di moventi ideologici, dei “soliti fascisti laziali” che si sono scontrati con i ragazzi dei centri sociali palermitani. Di moventi ideologici, dunque, quando invece è stata una colluttazione (accesa e violenta sì, ma pur sempre una scazzottata) tra due gruppi di tifoserie. Nulla di politico quindi.

 

In sostanza, i supporter capitolini, mentre erano seduti ai tavolini di un bar nel centro del capoluogo siciliano, sono stati attaccati e hanno così risposto per le rime. Ma quello che nessuno racconta è il comportamento della Digos di Palermo. Già, perché a condurre la tifoseria capitolina in quel bar è stata proprio la polizia, che ha scortato gli ultras biancocelesti una volta atterrati in aeroporto. Li ha fatti salire sul pullman e lasciati lì. Poi gli agenti e le camionette se ne sono andate (per poi ritornare non appena terminata la rissa a sirene spiegate). Dopo pochi minuti sono arrivati i palermitani. Motivo per il quale la Digos di Roma ha avuto da ridire (molto) sul comportamento tenuto dai colleghi siciliani.

 

Una trappola? Nessuno può dirlo, certo. Ma è strano, sicuramente (o almeno singolare) che la polizia scorti una tifoseria in un determinato luogo che poi, poco dopo, sarebbe diventato teatro di scontri. Perché nessuno, tra giornali e siti, ha parlato di questo? Perché spiattellare nomi, cognomi e foto segnaletiche con i volti degli arrestati in prima pagina, nemmeno fossero i terroristi di Parigi e Bruxelles? Eppure a Palermo sono abituati ad aver a che fare con criminali veri, hanno combattuto e combattono la mafia e l’omertà regna sempre sovrana. A proprio piacimento evidentemente, perché quando ci sono di mezzo i laziali nessuno si fa problemi a descriverli come “criminali, fascisti e violenti”.

 

FONTE: Lultimaribattuta.it (Paolo Signorelli)

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