2013
Scusi Mister Petkovic, dove è finita la mentalità della Lazio?
Non siamo quel tipo di tifosi ed appassionati con la memoria corta. No, non lo siamo proprio. Non critichiamo alla prima sconfitta, non osanniamo dopo una vittoria. Siamo laziali: cerchiamo di rimanere sempre obiettivi nel giudicare e di non farci trascinare dai sentimenti. Ma la Lazio di questo avvio di stagione, è stata troppo brutta per passare inosservata.
La Lazio di questa domenica, è stata uno scempio. Errori in appoggio, in fase difensiva, confusione più totale. Errori individuali e di squadra, schemi di attacco riassumibili in un sintetico ‘Palla a Candreva e vedemo che se inventa’. Alcuni giocatori hanno mostrato anche una forma fisica a dir poco imbarazzante, tanto che la pancia di Floccari è stata notata anche dall’occhio meno attento. Ma la forma potrà arrivare, continuano a ripetersi i più speranzosi, gli schemi saranno una conseguenza. Ma se c’è una cosa che non va, e che non ha scusanti, è la mentalità. Ad insegnarcelo è stato proprio il nostro Mister, Vladimir Petkovic, che aveva dato alla squadra una mentalità vincente. Ora la Lazio sembra una piccola. Oggi col Sassuolo, negli ultimi minuti, perdeva tempo, non andava a prendere il pallone correndo per rimetterlo in gioco. Il Sassuolo voleva vincere, la Lazio voleva pareggiare. Roba da matti.
Criticare il Mister, per le gioie che ci ha regalato, ci è difficile, ma in momenti come questi, forse la squadra avrebbe bisogno di certezze. I continui cambi di modulo, anche e soprattutto in corso d’opera, non aiutano di certo a trovare un equilibrio. E’ vero, che, come spesso sentiamo dalle parti di Formello, contano i principi, ma la Lazio di oggi, non ha gioco, non ha verve, brio, vivacità. E’ una squadra spenta, che potrebbe essere accesa solamente, forse, dal lancio dei nuovi giovani. Keita, Perea ed Anderson, il futuro della Lazio passa dai loro piedi.