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Signori: «Cerco un progetto, voglio allenare! Ho dei rimpianti…»

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Beppe Signori si è raccontato in una lunga intervista concessa a Il Foglio, nella quale esprime la sua voglia di tornare nel mondo del calcio

Il mondo del calcio ha da qualche settimana riacquisito una risorsa che sembrava aver perso: Beppe Signori. Il Re è stato riabilitato dopo l’assoluzione dall’accusa di calcioscommesse, ricevendo la grazia dal presidente della FIGC Gravina, e ora si dice pronto a tornare.

Queste le sue parole concesse in una lunga intervista a Il Foglio: «Addosso mi sento 25-30 anni, ma ne ho 53. Si invecchia prima con la testa, ma io mi sento ancora giovane. La pandemia avrebbe dovuto caricarmi di stress e farmi diventare ingrassare di duecento chili, e invece no, mi hanno aiutato i miei figli. Il tempo? Zeman diceva che è fondamentale. Adesso non ho fretta di allenare, non è la scelta giusta andare allo sbaraglio. Dieci o undici anni non cambiano molto. A tutti è data la possibilità di allenare, dipende se sarò bravo a sfruttare l’occasione. Io cerco un progetto».

IL DRAMMA DEL CALCIOSCOMMESSE – «Ricordo benissimo quell’1 giugno 2011, vennero a prendermi in borghese a Termini, la tv dava la notizia e io spegnevo e poi accendevo facendomi forse del male. Le persone hanno cominciato a guardarmi diversamente, non avevo dubbi su chi mi sarebbe rimasto accanto. I miei genitori hanno vissuto momenti tremendi, vivendo in un paesino. Sono comparse scritte sui muri ‘Signori boia’, e adesso gli stessi dicono ‘io lo sapevo’. Vorrei che i miei figli fossero orgogliosi di Signori padre e poi del giocatore, adesso sono felici».

RAPPORTO CON GLI ALLENATORI  – «Avrò avuto 5-6 allenatori in Serie A, e ognuno mi ha insegnato qualcosa. Zeman sapeva come farmi muovere, Zoff mi ha messo nelle condizioni di vincere due volte la classifica cannonieri. Il boemo il primo giorno a Foggia mi disse ‘ciao bomber’. Eppure avevo segnato solo 5 gol nel Piacenza di cui 3 su rigore. Ma lui aveva visto qualcosa in me».

RIMPIANTI – «Sicuramente quello di non aver giocato la finale del mondiali di USA ’94. Baggio si era fatto male alla coscia, non doveva giocare. Sacchi mi disse ‘giochi tu con Massaro davanti’, poi Roby se la senti e il ct mi fece fuori perché volevo giocare davanti da solo. Tornassi indietro chiederei di giocare a centrocampo. Chissà, magari avrei battuto io il rigore e lo avrei segnato».

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