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Simone, grazie a te ho già toccato il cielo
Tanti auguri a Simone Inzaghi dalla redazione di Lazio news 24
E son 41 caro mister. 18 per l’esattezza quelli passati insieme. Il nostro rapporto ha raggiunto oramai la maggiore età, ma riavvolgiamo il nastro e torniamo a quei tempi. Era l’estate del 1999 quando un 23enne dal viso pulito e da latin lover, si trasferiva da Piacenza a Roma; la città che da lì in poi non abbandonerà più. Da piacentino a romano: usi, costumi e tradizioni diverse. Poco importano però le differenze se di mezzo c’è l’amore per qualcosa di grande. Grande come quella Lazio, piena di campioni e fenomeni, in cui lui è riuscito a ritagliarsi il suo spazio pur non essendo tale. Proprio da quello si denota quella marcia in più rispetto agli altri. Fastidioso, sempre sul pezzo e con una voglia matta di vincere. Prima e adesso. Se uno come Stam ha dovuto spaccarti il naso per toglierti di mezzo, qualcosa vorrà pur dire… 1 Scudetto, 3 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Supercoppa Europea. Potrebbe bastare questo e la lunga permanenza per farti amare, ma tu sei voluto andare oltre. Sei anni nelle giovanili, fino all’arrivo su quella panchina, sognata tutte le notti prima di chiudere gli occhi. Anche qui i successi parlano: 2 Coppa Italia e 1 Scudetto Primavera ti valgono la panchina dei grandi, non per il nome, ma per le capacità da allenatore. Quella panchina te la sei sudata e l’hai difesa, l’hai persa e te la sei ripresa. Inversione sull’autostrada e si torna a Roma. Se non è un segno del destino questo.
E’ agosto e tutto sembra surreale. Gli alberghi di Auronzo restano privi di prenotazioni, si chiude un’era, quella di Klose, Mauri e Candreva. Bielsa rifiuta, tu accetti. Si chiude una porta, si apre un portone, et-voilà ritorna Simone. Campagna acquisti sufficiente, condita dal colpo Immobile, arrivato su espressa richiesta. Molti buchi in tutti i reparti e poco più di 11 titolari. Niente paura ci sono “i tuoi ragazzi”. Lombardi, Murgia, Strakosha, Prce, Tounkara, Crecco, Rossi e infine Keita, rimotivato e gestito come meglio non si poteva. Chi in maniera maggiore chi inferiore, tutti hanno dato il loro apporto seppur minimo e si stanno rendendo protagonisti di questa annata strepitosa. Vedere i propri coetanei in campo indossare la maglia del proprio cuore, è un onore e un privilegio per molti ragazzi che ieri riempivano quella curva come i vecchi tempi. Come facevano i nostri nonni e i nostri padri e come siamo tornati a fare anche noi. L’artefice di questo successo sei tu, alla base c’è il tuo lavoro e adesso giustamente nei stai raccogliendo i frutti. Per questo ti dico GRAZIE!
GRAZIE per aver scavato tra le macerie e per aver rimesso ordine. GRAZIE per aver trasformato un gruppo di ragazzi in un gruppo di calciatori. GRAZIE per aver dato fiducia a ragazzi che tifano per questi colori da quando sono bambini. GRAZIE per aver inculcato nella testa di tutti, quel senso di appartenenza e di lazialità che ti ha sempre contraddistinto.
GRAZIE perché stai conducendo una Cinquecento alla velocità di una Ferrari. GRAZIE per i tuoi valori e i tuoi ideali prima che da allenatore, da padre e da compagno. GRAZIE per le coppe che hai alzato e per quelle che alzerai, si, perché ne alzerai. GRAZIE per la adrenalina che mi regali ogni partita. GRAZIE per quel gol di ieri fatto insieme a Ciro. GRAZIE per essere prima un ottimo amico per tutti i tuoi calciatori. GRAZIE per sapere sempre quando usare il bastone e quando la carota. GRAZIE per avermi fatto emozionare nel vedere Tounkara, Crecco, Murgia, Keita e Lombardi, prima giocare nelle giovanili e poi farsi 100 metri di campo per andare ad esultare sotto la Curva Nord. GRAZIE per non essertene mai andato e per esserci sempre stato, nella buona e nella cattiva sorte. Non ho usato né il tuo nome né il tuo cognome in questo pezzo perché oramai li considero sinonimo di Lazio e di Lazialità. Oggi è il tuo compleanno mister, ma il regalo l’hai fatto tu a noi e non viceversa. Per questo e per tanto altro, ho deciso di fartene uno io, in misura ovviamente minore rispetto al tuo, però come si dice: “Basta il pensiero”. Ti ho voluto dedicare questo pezzo, ringraziando prima l’uomo, poi il calciatore e infine l’allenatore, perché comunque vada, GRAZIE A TE HO GIÁ TOCCATO IL CIELO.
Tanti auguri ad un romano d’azione nonché laziale doc. Buon compleanno e infinitamente grazie mister Simone Inzaghi, perché se una storia resiste 18 anni allora è amore vero.