Nazionali
Luis Alberto: «Sto vivendo un sogno. Lazio? Tare mi rimprovera perchè…»
Luis Alberto sta vivendo il momento migliore della sua carriera: il racconto del suo cambiamento e della nuova vita alla Lazio
Il fantasista biancoceleste si è concesso anche ad un’ampia intervista per Marca, in cui ha spiegato nei dettagli il miglior momento della sua carriera. «La convocazione in Nazionale è la cosa migliore che, finora, mi è capitata da quando sono calciatore», l’entusiastica ammissione di Luis Alberto.
LA PRIMA CONVOCAZIONE – Un sogno chiamato ‘Spagna’: «Ero a casa con mia moglie e ci siamo messi ad ascoltare la lettura della lista dei convocati. Abbiamo sentito prima il nome di Alberto Moreno, che per me è come un fratello, e tre o quattro nomi dopo è spuntato il mio. L’euforia è stata massima, ci sono caduti i telefoni e ci siamo abbracciati. Ero davanti a un bivio: o mi avrebbero chiamato adesso o avrei dovuto rimandare le mie speranze a dopo il Mondiale. Ora voglio giocarmi le mie possibilità e convincere il mister».
LA METAMORFOSI – A quanto pare, lo staff tecnico della Selección ritiene Luis Alberto, in questo momento, il miglior giocatore con passaporto spagnolo che militi in Serie A. «Probabilmente solo l’anno scorso ero il peggiore!. Per fortuna le cose sono cambiate tantissimo nel frattempo, grazie a mia moglie e al mio mental coach Juan Campillo. Quest’ultimo mi ha insegnato a pensare come un vincente, a capire che non bastava giocare bene solo 20 minuti, ma che devo dare il massimo per tutti i 90. Ci vuole intensità costante. Non è stato facile. Ero molto negativo e dicevo che volevo lasciare il calcio, poi ho iniziato a parlare con il mental coach, ad allenarmi sempre alla massima intensità, anche se non giocavo, a ricordare i miei sogni di ragazzo e a rendermi conto che ce la potevo fare davvero. Mi sono reso conto che ho buttato via 3 o 4 anni ai massimi livelli».
INSEGNAMENTO PER I GIOVANI – Un’esperienza che ora, Luis Alberto, vuol mettere al servizio dei ragazzi delle giovanili laziali. «Mi sento più maturo e mi piace parlare con i ragazzi della Lazio che giocano meno. Invito loro a guardare me o Milinkovic Savic, che prima non giocavamo tanto e ora siamo titolari fissi. Non bisogna arrendersi mai».
ROMA E IL DERBY – Si finisce, così, per parlare inevitabilmente di Roma, città a dir poco passionale. «Non mi aspettavo un simile trasporto. Fin dal giorno del mio arrivo tutti mi hanno iniziato a parlare dell’importanza del derby. Il campionato conta, ma il derby è tutto, mi ripetevano. E tra una decina di giorni ci aspetta la stracittadina! Non si parla d’altro. Adesivi Anna Frank? È stata una situazione complicata per la società e per noi. Ci hanno consigliato saggiamente di essere prudenti e di tenerci a margine di tutte le polemiche».
LA VOCAZIONE – Si chiude con la domanda da un milione di dollari: meglio un gol o un assist? «Devo ammettere che preferisco dare l’ultimo passaggio che segnare. Nella Lazio tutti mi massacrano per questo, anche il direttore sportivo Igli Tare. Mi dicono che devo provare di più la conclusione personale, però se sono in condizione di concludere o di mandare in rete un compagno, finisco sempre per optare per la seconda possibilità. Forse sono sciocco, ma mi piace liberare i compagni. E se non segno? Mi incavolo parecchio, è vero. Con Ciro Immobile, ad esempio, ho un ottimo rapporto e gli ripeto sempre: se te la passo io, segna!».
Intervista di As a Luis Alberto
La prima convocazione è arrivata. Luis Alberto si sta godendo il momento, a suon di prestazioni si è meritato la chiamata del c.t. Julen Lopetegui. Il fantasista spagnolo è felice dell’obiettivo raggiunto, ma non si pone limiti, vuole continuare a stupire. Ecco infatti come si è espresso ai microfoni di ‘As’: «La speranza non è essere qui per una sola volta, ma voglio confermarmi ed essere convocato il più possibile. E’ complicato, ma sono qui per dimostrare che ce la posso fare. Sono molto contento, è un sogno che avevo sin da bambino e ora si sta realizzando». La Spagna giocherà un’amichevole alla ‘Rosaleda’ contro il Costa Rica, per ‘Il Mago’ biancoceleste non è uno stadio come qualunque altro: «Tornare in Andalusia è sempre un evento speciale, al Malaga ho vissuto un anno fantastico», ha concluso Luis Alberto.