2013
SPECIALE DERBY 19 marzo 2008, Lazio-Roma 3-2
E’ il 19 marzo del 2008, un insolito mercoledì calcistico per il popolo romano. Lazio contro Roma. E’ il derby. Qualche mese prima è stato terribilmente ucciso in una stazione di servizio un ragazzo di 26 anni, grande tifoso laziale, Gabriele Sandri. Questo è il primo derby senza Gabbo, la prima stracittadina in cui non occupa il suo seggiolino in Curva Nord. Sarà per sempre ricordato come il derby di Gabbo. Il calcio di inizio è fissato per le 21.15, orario insolito stabilito per favorire coloro che lavorano, visto che la partita si gioca in un turno infrasettimanale. La Roma è lanciatissima verso la sua rincorsa al titolo, a soli sei punti dall’Inter capolista. La Lazio è in una situazione di classifica tranquilla, ma non esaltante. Per qualche tratto di stagione ha visto anche avvicinarsi lo spettro della zona retrocessione. I ragazzi di Delio Rossi hanno la possibilità di riscattare un’annata assai deludente. Si comincia, l’attesa è durata più del solito, ma i tifosi sembrano aver conservato la voce, soprattutto la Nord, che grida a squarciagola il nome di Gabriele. Il campo viene sommerso da una nuvola grigia di fumogeni mentre viene onorato il povero Gabbo: i due capitani, Totti e Rocchi, sfilano davanti alla Nord con il fratello maggiore di Gabriele. E’ un’atmosfera particolarissima, il personaggio più osteggiato dai laziali si trova sotto il loro settore, e viene applaudito per il suo gesto onorevole. Totti sotto la Nord, il papà di Gabbo in Sud a vedere la partita. Tutto il primo tempo vissuto nella curva romanista con indosso la sciarpa biancoceleste. Sembra un film, ma è la realtà. La morte di Sandri unisce almeno per un attimo tutto lo stadio, il dolore rende partecipi tutti i tifosi, i quali tutti insieme fanno esplodere nel cuore di Roma un coro assordante ed unanime: “Gabriele uno di noi”. I 22 sono in campo, alle spalle del portiere biancoceleste Ballotta, si distende la gigantografia di Gabbo, resterà li a guidare le Aquile “fino alla vittoria”. Il derby comincia, tutto torna nella norma, ma nel cuore dei tifosi comunque resterà quel momento di unione e di dolore comune. Totti riceve fischi dai laziali, cominciano gli sfottò, comincia il Derby della capitale. Come sempre accade la partita è tesa, ma viene sbloccata dalla Roma con un gol a dir poco rocambolesco e fortunoso: Behrami rinvia addosso alla schiena di Taddei che quasi senza volerlo, deposita in rete. Da quel momento sarà solo Lazio. La prima squadra della capitale, guidata da uno spirito combattivo e dalla rabbia per l’ingiustizia subita, ribalta il risultato. Prima Pandev viene assistito perfettamente da Kolarov, incontenibile sulla corsia sinistra, e deposita in rete. E’ il suo primo gol nel derby, esulta e guarda il cielo. Poi ad inizio ripresa Juan atterra Rolando Bianchi in area di rigore, per l’arbitro è penalty. Dal dischetto il capitano Tommaso Rocchi non sbaglia e fa 2 a 1. Spalletti allora cambia le sue pedine, la Roma torna ad ingranare e trova il pareggio con Perrotta. Ai giallorossi il pareggio non basta, l’Inter sta pareggiando a Genova e gli uomini di Spalletti hanno un’occasione che difficilmente gli ricapiterà. Ma la tensione in campo è molto alta, mancano una manciata di minuti e nessuno vuole affondare. Ci prova di più la Roma che al 37esimo minuto sciupa un chance con Totti che non serve Vucinic lanciato a rete. Ma niente di più. I tifosi provano a suonare la carica, la Nord immortale ed indomita, incita i giocatori con la poca voce rimasta. Le gambe sono pesanti, i muscoli contratti e le gole degli ultras visibilmente arrossate. Ma si sa, alla Lazio piace scrivere la storia, non si accontenta di una semplice vittoria, lo deve fare in grande stile. E sopratutto, deve far gioire, almeno per un misero secondo, tutti quelli che volevano bene a Gabriele. Allora Mauri, subentrato a Bianchi, si allunga per rimettere in mezzo un cross leggermente defilato di Pandev, la difesa romanista rimane immobile ed di gran corsa arriva il piede di Valon Behrami che insacca alle spalle di Doni. E’ il 92esimo, La Lazio ha vinto il Derby, esplode l’intero stadio, qualcuno si fa scappare una lacrima, per un attimo dimenticano tutti la stagione opaca. La Lazio ha vinto il derby e ha frenato la Roma nella corsa scudetto. Ora si può gioire, ora si può urlare. Ora si può addirittura pensare che qualcuno da lassù abbia teso una mano per far trionfare la prima squadra della capitale.
LAZIO (4-3-3): Ballotta; De Silvestri (66’ Mutarelli), Siviglia , Cribari , Kolarov ; Dabo (83’ Mudingayi), Ledesma , Behrami; Pandev, Bianchi (72’ Mauri), Rocchi . All.: Rossi .
ROMA (4-2-3-1): Doni ; Cicinho , Mexes , Juan 5, Cassetti (87’ Panucci ); De Rossi , Aquilani ; Taddei 6(66’ Giuly), Perrotta, Vuciniv, (83’ Mancini); Totti. All.: Spalletti.
ARBITRO: Morganti .
MARCATORI: 31’ Taddei (R), 43’ Pandev (L), 58’ Rocchi (L), 62’ Perrotta (R), 92’ Behrami (L).
AMMONITI: Mexes (R), Siviglia (L), Kolarov (L), Dabo (L), Aquilani (R), Juan (R).
Di Fabiano di Stefano