2013
SPECIALE DERBY – 29 aprile 2001, Roma-Lazio 2-2
Il calcio è fatto di attimi che durano un’eternità. Ne sa qualcosa Martin Lucas Castroman, al quale, contrariamente a quanto andava dicendo Warhol, sono bastati cinque secondi a passare da carneade a idolo delle folle. E’ il 29 aprile del 2001 e davanti a quasi ottantamila spettatori all’Olimpico Roma e Lazio si stanno dando battaglia nell’ultimo derby stagionale, i giallorossi guidano la classifica davanti a una Juventus in appannamento, gli aquilotti di Zoff invece sono attardati di sette punti e vogliono tentare il tutto per tutto in una rincorsa scudetto che ormai sembra segnata. Il derby, si sa, è una partita a sé e in una città come Roma può valere il campionato, a prescindere da chi lo vinca o meno. All’andata, ad esempio, Paolo Negro si è segnato la carriera con un rocambolesco autogol che ha dato la vittoria agli uomini di Capello, ma oggi non è una giornata come tutte le altre. Il primo tempo è una vera e propria guerra, l’arbitro Braschi ha sempre la mano sul cartellino e finiscono preda del giallo sia Pancaro che Totti, per interventi non proprio cordiali. La Roma attacca, consapevole che una vittoria significherebbe scudetto, non aritmeticamente ma comunque darebbe linfa per lo sprint finale proprio a una settimana dallo scontro diretto di Torino. La partita stenta comunque a decollare, i tentativi sono più che altro dalla lunga distanza e né Antonioli né Peruzzi devono compiere grossi interventi. La ripresa è tutta un’altra musica. Al 48′ la Lazio sbanda per la prima volta e sta a guardare sull’assist di Delvecchio per il tocco felpato di Batistuta che, implacabile, porta la Roma sull’1-0. E’ festa grande allo stadio, i giallorossi sentono di avere in mano la gara e sei minuti dopo ancora Delvecchio, per l’ennesima volta in carriera, trafigge la porta biancoceleste con la difesa laziale che sta a guardare. Non ci siamo, Zoff scuote la testa in panchina, flemmatico come sempre. La Lazio così non va, è entrata in campo nel secondo tempo troppo molle e adesso assiste inerme ai colpi romanisti, non è così che può finire un derby, non dopo le umiliazioni subite nelle ultime stagioni. Ci vorrebbe un miracolo o comunque qualcosa di fantastico, sembrano pensare i tifosi della Lazio mentre il loro mister tenta la mossa della disperazione e mette in campo la quarta punta Martin Lucas Castroman, ventenne argentino proveniente dal Velez Sarsfield. Crespo, Claudio Lopez, Castrman e Nedved, adesso è un 4-2-4 che di tattico ha poco: serve l’orgoglio. La foga però non dà spazio alla lucidità e i laziali sono costretti a gettare palloni in area senza convinzione ma trascinati sono della fretta; al 78′ però da una punizione di Mihajlovic si alza un campanile che viene raccolto fuori area da Pavel Nedved il quale scaraventa sotto la traversa una sassata micidiale facendo esplodere la Curva Nord. E’ 2-1 e non tutto è perduto. Come succede spesso nel calcio, un gol è un viatico importante per riuscire a ritrovare la giusta concentrazione e, seppur in svantaggio, la Lazio crea più occasioni e sembra messa meglio in campo. La Roma accusa il colpo e sente la paura di poter perdere quei 3 punti che sembravano un’ovvietà fino a poco prima. Tommasi, Cafu e Totti non riescono a trovare il colpo del k.o. In contropiede mentre dall’altra parte Samuel rischia un beffardo autogol. La partita si avvia verso la fine, i minuti sul cronometro sono quasi novantacinque e i biancocelesti hanno l’ultima occasione da calcio d’angolo. Il cross dalla sinistra viene toccato dalla difesa della Roma e spiazzato di testa fuori area, bastano venti secondi e i giallorossi possono festeggiare, ma lì ecco che arriva l’attimo che dura un’eternità: il pallone rimbalza ai venti metri in una zona dove non ci sono giocatori, arriva però di gran corsa Castroman che in cinque secondi cambia la sua vita e la storia del match, colpisce il pallone di collo destro e lo tiene basso mentre sugli spalti la gente ha il cuore in gola. Il tiro parte veloce e schizza sul terreno da gioco dell’Olimpico, passa tra una selva di gambe in area e trafigge Antonioli. Il 2-2 fa impazzire di gioia i supporter laziali, Castroman incredulo viene sommerso da tutti i compagni e l’arbitro fischia la fine di un incontro pazzesco. Un pareggio che conta come una vittoria; a fine anno sarà scudetto per la Roma, ma quel derby è ancora indelebile nei ricordi dei tifosi della Lazio.
Roma (4-3-1-2): Antonioli; Zebina, Samuel, Aldair, Cafu; Tommasi, Zanetti (90′ Guigou), Candela; Totti; Delvecchio (90′ Mangone), Batistuta. A disposizione: Lupatelli, Rinaldi, Di Francesco, Balbo, Bonanni. Allenatore: Capello.
Lazio (4-5-1): Peruzzi; Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli; Poborsky (64′ Castroman), Baronio (46′ Stankovic), D.Baggio, Simeone (55′ Lopez), Nedved; Crespo. A disposizione: Orlandoni, Colonnese, Negro, Ravanelli. Allenatore: Zoff. Arbitro: Braschi.
Marcatori: 48′ Batistuta (R), 54′ Delvecchio (R), 78′ Nedved (L), 95′ Castroman (L)
Ammoniti: Pancaro (L), Totti (R), Samuel (R), Crespo (L)