2013
SPECIALE DERBY – Esclusiva, Casiraghi: “Vi racconto quel gol alla Roma. La finale? E’ una partita che vale triplo”
Prima il rimpianto, poi la gioia. Non basta un gol sbagliato a fermare un campione. Anzi. E’ proprio quell’occasione mancata che accende la cattiveria (sportiva, s’intende) di un attaccante assetato di gol. Un po’ come è successo qualche anno fa a Gigi Casiraghi quando, in un famoso derby contro la Roma, dopo una rete sventata da un grande intervento di Konsel arrivò a segnare un gol rimasto indelebile nei ricordi dei tifosi biancocelesti. Alla fine del campionato, quella Lazio arrivò settima in classifica, con una finale di Coppa Italia nel taschino. E tutti sappiamo com’è andata a finire. Casiraghi era lì, a far sognare la Curva Nord. Quindici anni dopo, l’ex ct dell’Under 21 azzurra ricorda i momenti vissuti con l’aquila cucita sul petto in esclusiva per Lazionews24.com, tra ricorrenze, analogie e speranze per il futuro.
Cosa pensò subito dopo quel gol sventato da Konsel, in quel derby del novembre ’97?
“In quella partita Konsel fece davvero tante parate. Dopo l’espulsione di Favalli, poi, io ero convintissimo di uscire. Invece Eriksson tolse un centrocampista, lasciando in campo me e Mancini: alla fine è stata una scelta tattica che ha fatto vincere la partita. Già un derby è difficilissimo da giocare, figuriamoci in inferiorità numerica. Però noi abbiamo avute molte occasioni, molte di più rispetto alla Roma. Konsel si rese decisivo con interventi importanti, ma poi riuscimmo ad avere la meglio: prima un gran gol di Mancini, dopo un suo assist mi permise di raddoppiare ed infine la rete di Neved chiuse i giochi. Sicuramente quello fu il derby più bello che abbia mai giocato”.
Il suo, tra l’altro, fu un gesto balistico davvero notevole.
“La palla era perfetta sul secondo palo, ma forse leggermente lunga. L’unica possibilità per prenderla era colpire al volo: il tiro è andato sul primo palo, forse spiazzando il portiere. E’ un gol a cui sono molto affezionato: la sensazione di segnare al derby è qualcosa che non si può immaginare”.
Come quest’anno, alla fine quella Lazio si piazzò settima. Il tutto con una finale di Coppa Italia da giocare. Che poi sappiamo com’è andata a finire…
“A quei tempi la finalissima non era secca, ma si giocava andata e ritorno. La prima a Milano non andò benissimo e perdemmo 1-0. Al ritorno, si mise subito male e pensammo subito al peggio. A quel punto ci guardammo negli occhi e riuscimmo a ribaltare il risultato: alla fine segnò anche un giovanissimo Alessandro Nesta. Per lui quella fu una sensazione incredibile: segnare in finale di Coppa da laziale doc. Quella fu davvero una soddisfazioni grandissima, perché la Lazio tornò a vincere qualcosa di importante dopo molto tempo per poi, qualche anno dopo, arrivare ad aggiudicarsi lo Scudetto. Il lavoro svolto durante la gestione di Cragnotti portò i suoi frutti: i successi importanti arrivano solo con una bella programmazione”.
Durante la scalata trionfale al titolo, la Lazio impartì una sonora lezione alla Roma ai quarti di finale, con il risultato complessivo di 6-2. Quest’anno, invece, in ballo ci sarà il trofeo: che partita prevede?
“Sarà un incontro completamente diverso da tutti gli altri. E’ una finale: in ballo c’è la Coppa Italia. E’ un derby: sappiamo tutti come si vive la stracittadina a Roma. In più, ci si gioca anche l’accesso in Europa League. E’ una partita che ha una valenza tripla, davvero molto particolare”.
Come ci arrivano le due squadre?
“Entrambe nello stesso modo, credo. La stagione delle due romane ha visto molti alti e bassi. Chi vince avrà modo di esaltare la stagione; per chi perde, invece, questo diventerà un anno da dimenticare. Sia Lazio che Roma hanno avuto un cammino simile. Perciò prevedo un derby non bellissimo sotto il profilo del gioco: spero di si, ci mancherebbe, ma la vedo difficile. La paura di perdere avrà la meglio”.
Su quale giocatore punta per la finale di domenica?
“Quando Klose è un campo, la Lazio ne trae sempre beneficio. Lui poi ha già segnato al derby. E’ un fenomeno nel finalizzare il gioco della squadra: con lui la squadra cambia. Petkovic, comunque, ha altri giocatori importanti a disposizioni: da Marchetti a Biava, per non parlare di Ledesma ed Hernanes”.
Cosa dovrà temere Petkovic dei rivali giallorossi?
“La Roma ha grande qualità e talento, soprattutto in giocatori come Lamela e Pjanic. E’ una squadra potenzialmente molto forte. Osvaldo, Destro, Totti: le possibilità per Andreazzoli non mancano di certo. La Lazio dovrà stare attenta alla loro fase offensiva, cercando di ritorcergliela contro puntando su una difesa forse non troppo stabile. Petkovic conosce bene la Roma, l’ha già affrontata due volte quest’anno. E poi i biancocelesti sono una squadra equilibrata con i cinque uomini sulla linea del centrocampo: è un assetto che stabilizza la squadra in entrambe le fasi”.
Coppa Italia a parte, la stagione della Lazio si è conclusa, come detto, con un settimo posto in campionato ed un’Europa League interrotta ai quarti di finale. Qual è il suo giudizio sull’operato dei biancocelesti?
“Gli uomini di Petkovic hanno fatto molto bene all’inizio, andando a gonfie vele per buona parte del campionato. Successivamente, però, hanno dovuto fare i conti con i numeri infortuni, mentre i ricambi non permettevano di sopperire le assenze di giocatori come Klose e Mauri. La Lazio ha pagato parecchio queste defezioni, specialmente quando ci si trova a giocare su tre fronti. Facendo un bilancio, credo che i biancocelesti abbiano raccolto meno di quello che ci si poteva aspettare”.
Domenica vedrà la partita?
“Per forza! Farò anche un tifo sfegatato”.
Se la sente di buttare lì un pronostico?
“Non può che essere una vittoria della Lazio. Mi piacerebbe di più se arrivasse prima dei 90 minuti per non soffrire più di tanto: i supplementari e i rigori sarebbero un patema d’animo troppo pesante per i tifosi biancocelesti”.
E invece quante possibilità ci sono di rivedere Gigi Casiraghi su una panchina?
“Sono praticamente fermo dal 2010, dopo l’esperienza con l’Under 21. Non si può dire che non abbia voglia, certamente. Purtroppo, però, non ci sono più state occasioni. Per il futuro, si vedrà”.
Daniele Zanardi / @danielezanardi8