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Stefano Re Cecconi ricorda il papà Luciano: “Amava il suo lavoro e la sua gente, prima l’amore per il club si sentiva veramente sulla pelle”

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Ai microfoni della trasmissione radiofonica “I Laziali Sono Qua” è intervenuto Stefano Re Cecconi, figlio di Luciano, parlando del momento della Lazio, sui suoi obiettivi e ricordano il papà, nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa.

Sulla Lazio attuale

“E’ una squadra giovane e, come tutte le squadre giovani, è soggetta a degli alti e bassi. Sono stati acquistati ragazzi di prospettiva che hanno bisogno di tempo per crescere. Nel contempo alcuni dei big non sono riusciti a raggiungere il rendimento dell’anno passato. Sarà compito della società capire dove si può andare a migliorare e fornire segnali importanti ai giocatori presenti in rosa. Bisogna essere chiari per capire quali siano i reali obiettivi che si intendono perseguire”.

Sul papà Luciano, nel giorno dell’anniversario della morte
“Mio padre era un uomo che amava il suo lavoro e amava la sua gente. Sicuramente negli anni ’70 c’era un calcio differente. Si guadagnavano cifre diverse da quelle di oggi e c’era più senso d’appartenenza. Ci si legava alla maglia rinunciando a piazze più importanti, che avrebbero magari garantito anche un posto in Nazionale, perché ci si sentiva parte integrante del club e si sentiva sulla pelle l’amore della gente che ti circondava. E questo grande amore l’ho sentito anche nel sostenere la mancanza di mio padre: un dolore che ho potuto condividere con il popolo laziale in ogni momento, compresi tutti quelli che passano ancora oggi a portare un saluto o un pensiero al cimitero di Nerviano”.

Sulla famiglia Sandri
“Vorrei dedicare loro un pensiero. Ho avuto modo di incontrarli dopo la tragedia che ha coinvolto Gabriele. Non li conoscevo prima, ma ho scoperto una bellissima famiglia. Tra di noi si è venuto a creare un rapporto umano che considero preziosissimo”.

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