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Supercoppa, Brocchi: «Come battere la Juve? Giocando senza paura. La Lazio quest’anno può ripetersi»
L’ex giocatore biancoceleste Cristian Brocchi ha parlato della sfida di questa sera ai microfoni di Radiosei
Cristian Brocchi, attualmente nello staff tecnico di Fabio Capello al Jiangsu Suning, è intervenuto ai microfoni della nota radio romana per discutere sul match di questa sera: «Spero che sia una partita più avvincente della finale di Coppa Italia. Spero possano far vedere qualcosa di bello a livello di emozioni, da fiato sospeso per tutti i 90 minuti. Keita? Non essendo lì non posso pronunciarmi. Non è bello però notare la discordanza tra le due versioni. I panni sporchi si lavano in casa, per il bene di tutti si deve trovare la soluzione senza arrivare a queste polemiche prima di una partita del genere. Sarebbe bello poter pensare solo a quello, dato che non capita tutti i giorni di disputare una finale. Come batterla? Giocando la partita senza timore reverenziale. Nelle partite secche può succedere tutto, per questo sono belle».
I BIANCOCELESTI – «La Lazio ha dimostrato di essere un’ottima squadra lo scorso anno. Quest’anno può ripetersi e infastidire tutte le altre squadre. I giocatori si conoscono e vorranno mettersi in mostra. Ha una rosa competitiva, può ambire a qualcosa di importante. Se la giocherà per stare in alto in classifica. Le più attrezzate per la Champions? Vedo Juve e Napoli più in avanti, più amalgamate. I bianconeri possono farsi male solo da soli, nonostante la cessione di Bonucci penso possa recitare un ruolo importante. L’Inter e il Milan sicuramente se la giocheranno anche loro. La Lazio può essere la sorpresa. La Roma? Penso che in questo momento che queste squadre abbiano qualcosa in più».
LA FASCIA DI CAPITANO A LULIC – «Non me l’aspettavo, pensavo che potesse essere di Radu la fascia. Stefan ha sempre lavorato tanto dimostrando grande legame alla Lazio, ma non ama i riflettori. Non gli serve la fascia, è capitano senza esserlo. ha sempre messo la faccia anche nei momenti brutti. Per questo potrebbe aver scelto così. Ma Senad ha dimostrato negli anni grande attaccamento alla maglia, ai tifosi e al club. Un giusto merito per un professionista esemplare. Se sento ancora Tare e Lotito? Li ho rivisti in Coppa Italia. Con Lotito c’è grande stima, ma non sono uno che chiama sempre, che cerca di mantenere i contatti. Con Tare ci siamo sentiti una quindicina di giorni fa perché abbiamo un ottimo rapporto. Ma ho la Lazio nel cuore. Il Milan è una grande famiglia, ma la Lazio mi ha lasciato dentro qualcosa di grande».
L’ESPERIENZA IN CINA – «E’ un mondo diverse perché culturalmente è diverso. Cose che per noi sono normali non lo sono per loro e viceversa. E’ un’esperienza bella che ti permette di allargare gli orizzonti. Conoscere nuove culture ti permette di migliorarti, ma anche di comprendere le cose belle e brutte che accadono nel mondo. Capello mi ha chiamato dicendo che gli avrebbe fatto piacere se andassi con lui. Non eravamo amici, ma mi ha detto che mi seguiva da anni. Per me è stato bello, ho potuto avere l’occasione di crescere, un’esperienza come questa al suo fianco poteva chiudere il cerchio della mia formazione. Ho accettato, questa esperienza può essere una buona opportunità. Il club vuole espandersi e fare le cose in grande. Al nostro arrivo la squadra non stava facendo bene, erano ultimi. Ora stiamo riuscendo a tornare a galla».