2013
Tare a ruota libera: “Hernanes resta. Visto Perea e Anderson?”
Il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, ha concesso un’intervista a tutto tondo al Corriere dello Sport. Tanti gli argomenti snocciolati: i giovani, il mercato, il futuro di Klose e Hernanes e le caratteristiche fondamentali per far fare alla Lazio il ‘benedetto’ salto di qualità che tutti i tifosi aspettano da anni. Ecco alcune delle risposte dell’uomo mercato biancoceleste:
La rimonta in Turchia è da considerare il crocevia della stagione laziale dopo un inizio stentato?
“C’è voluto un po’ di tempo per ingranare la marcia giusta, per trovare l’equilibrio. Abbiamo creato un mix tra giocatori esperti e ventenni di grande prospettiva. Poi abbiamo avuto qualche problema legato agli infortuni e ad alcune trattative che ci hanno portato via concentrazione ed energia (Perea e Berisha). Le partite con Trabzonspor e Fiorentina hanno dimostrato che siamo sulla strada giusta, per questo da Bergamo in poi guardiamo con grande fiducia al futuro”.
Finire la stagione con un piazzamento in zona Champions è un’utopia?
“Considero alcune squadre più avvantaggiate di noi: Roma e Inter ad esempio stanno facendo bene, e dalla loro parte hanno la mancanza di impegni infrasettimanali poichè non disputano coppe. La Fiorentina invece come noi ha avuto qualche difficoltà, tra infortuni e impegni ravvicinati. Fortunatamente noi, quest’anno siamo riusciti a creare un organico ricco di alternative per il mister. Guardate in attacco: dicevano che eravamo ‘spuntati’ e invece abbiamo scoperto due belle sorprese come Perea e Keita. Adesso diamogli tempo di lavorare con calma”.
Può essere l’anno buono per dare l’assalto all’Europa League?
“La Lazio potenzialmente può aspirare anche ad obiettivi più importanti dell’Europa League. Negli ultimi due anni, sempre nello stesso periodo (febbraio, marzo, aprile), abbiamo perso i nostri giocatori più importanti per infortunio. Siamo in credito con la fortuna. Abbiamo tutte le carte in regola per andare in fondo in tutte e tre le competizioni. É per questo che la nostra rosa si compone di 28 giocatori”.
Non è piacevole giocare sapendo di essere sotto la lente d’ingrandimento dell’UEFA...
“Che la tifoseria della Lazio non goda di buona fama è ormai una cosa risaputa. Dal canto nostro, facciamo del nostro meglio per sovvertire questa percezione dei nostri tifosi. Tifosi che io difendo: alla volte i buuu vengono strumentalizzati come un fatto razziale ma non è così. Chi ha giocato in Italia sa come funziona. Sarebbe un controsenso, visto che noi abbiamo sei o sette giocatori di colore in squadra. Il problema è più ampio. Tocca tutto il calcio italiano. E’ arrivato il momento di una campagna importante che potrebbe essere il frutto di una sinergia tra Lega, Aic, Figc e media”.
Il successo del 26 maggio è stato un’arma a doppio taglio. Forse bisognava cambiare qualcosa?
“Non c’è dubbio che l’euforia e l’entusiasmo derivati dal successo sui nostri rivali abbiano avuto un effetto controproducente. Più che a livello di squadra, parlo proprio della tifoseria: è giusto gioire per un successo, ma dopo un po’ bisogna rientrare nei ranghi e concentrarsi sul futuro. Tuttavia non ho mai messo in discussione la professionalità dei miei ragazzi, anzi sono veramente orgoglioso di poter dire che per la prima volta la Lazio ha 13 giocatori in Nazionale e che a livello di Primavera siamo primi nel ranking dopo un biennio favoloso. Abbiamo i presupposti e continuiamo a lavorare per aprire un ciclo importante in Italia”.
Per l’apertura di questo ciclo guardate a modelli di successo come Borussia Dortmund e Schalke…
“La storia della Lazio purtroppo parla di due soli scudetti vinti. Ciò non sminuisce la portata di quei successi, ma dopo le vittorie non c’è stata continuità. Noi vogliamo creare una casa con le fondamenta solide, destinata a durare nel tempo, non vincere una volta ogni venti o trenta anni. Per questo stiamo puntando allo sviluppo del club. Il primo passo è stato ringiovanire la rosa: l’età media è scesa di 3,7-4 anni rispetto alla passata stagione. Puntiamo a creare il giusto mix tra freschezza ed esperienza. Poi quanto impiegheremo a vincere non so dirlo, non sono un veggente, ma siamo a un buon punto. Ora dobbiamo acquisire una cosa importantissima: una mentalità vincente. Senza di questa non si va da nessuna parte. É la fame di vincere che fa la differenza: Borussia e Schalke erano viste da tutti come squadre che non avevano possibilità, invece hanno ottenuto successi con grande programmazione e pazienza”.
Veniamo al mercato: Perea ha stupito tutti. Lei lo paragona a Cavani, ma come l’ha scoperto?
“Ho una rete di osservatori che me l’ha segnalato. Dopodichè ho iniziato a seguirlo da vicino sia in campionato che durante il Sudamericano Sub-20 vinto dalla sua Nazionale. Lui ha delle caratteristiche non comuni per la sua altezza. É molto veloce e ha buona tecnica, mi ricorda il Cavani di Palermo. Deve migliorare nelle due fasi di gioco e diventare più concreto sotto porta. Certo, adesso non aspettiamoci che diventi immediatamente un giocatore decisivo, facciamolo lavorare con calma”.
Felipe Anderson: è il suo miglior acquisto? É arrivato per sostituire Hernanes?
“Felipe è un calciatore sorprendente: tecnica e velocità sono le sue armi, ma soprattutto è un calciatore imprevedibile, vive di accellerazioni improvvise. Può svariare su tutto il fronte offensivo. Se alla mentalità brasiliana abbinerà il ritmo europeo potrebbe diventare uno dei giocatori più forti del campionato italiano. Volevo portarlo in Italia già nello scorso gennaio proprio per velocizzare il suo adattamento al calcio europeo e italiano. Non è arrivato per sostituire Hernanes, ma è giusto anche pensare al futuro”.
Hernanes, perchè non rende? Perchè sembra titubante sul rinnovo? Vuole andar via?
“Ogni giocatore vive alti e bassi. Adesso sta capitando a lui, ma nonostante la poca continuità è sempre un giocatore determinante e i suoi gol pesanti ne sono la prova. É venuto qui alla Lazio facendo una scelta di cuore e rinunciando a proposte più importanti dal punto di vista economico. Lo ringrazio ancora per aver sposato il nostro progetto. Sul rinnovo vi dico che non siamo nè vicini nè lontani, Hernanes sta bene a Roma e credo che il giorno del suo addio sia ancora lontano”.
Klose: andrà via o gli prolungherete il contratto? É vero che vuole l’Inghilterra?
“No, con Miro ho un rapporto molto schietto e non mi ha mai detto cose del genere. Le porte per il suo rinnovo sono aperte, l’abbiamo dimostrato in passato con tanti giocatori anziani. Se uno dimostra di essere importante e funzionale al progetto noi glielo riconosciamo. Questo vale anche per Miro nel momento in cui volesse rimanere alla Lazio, anche se per lui credo si tratti di un discorso di stimoli e obiettivi. Di certo rimarrà con noi fino a fine stagione, a gennaio non si muove”.
Petkovic è l’allenatore giusto per il progetto della Lazio?
“Petkovic può essere l’allenatore ideale per la nuova Lazio, certamente. Il suo lavoro è stato apprezzato e difeso dalla società, come lui ha apprezzato l’operato della società nei suoi confronti. Il suo rendimento è stato più che buono e i rapporti con la dirigenza sono ottimi”. A gennaio interverrete sul mercato con una punta e un difensore? “Mi sento di poterlo escludere quasi categoricamente: in attacco siamo a posto così, e in difesa abbiamo recuperato Novaretti, ritroveremo Radu e Ciani è cresciuto notevolmente. Speriamo rientri presto anche Biava”.
Vuole lanciare un messaggio ai tifosi?
“Si. Mi piacerebbe tanto vedere più gente allo stadio: stiamo facendo tante iniziative e vorremmo i tifosi vicino alla squadra. Pretendere giocatori di livello mondiali e poi trovare uno stadio vuoto non è piacevole. Posso garantirvi che per gli stessi giocatori non è bello vedere 25mila spettatori in uno stadio che può contenerne 70 mila. Noi ce la stiamo mettendo tutta per migliorare le cose, vorremmo risposte anche dai tifosi. Guardate con i 25 coraggiosi arrivati fino a Trabzon: era doveroso ringraziarli e gli abbiamo regalato una maglia della Lazio e il biglietto gratis per la partita con l’Apollon. Siamo sensibili, speriamo che in tanti si possano riavvicinare”.