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«Su c’è il Maestro che ce sta a guarda», in ricordo di Tommaso Maestrelli
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Oggi Tommaso Mestrelli avrebbe compiuto 95 anni
«Nonno ma chi è il Maestro?». Domanda difficile ma lecita per un bambino che si trova a cantare una canzone allo stadio ma non ne capisce bene il senso. «E ora come te lo spiego chi è il Maestro? Dovrei raccontarti di che uomo era, educato, sensibile, una persona eccellente e un allenatore ottimo. Dovrei dirti che ha fatto sognare un popolo, l’ha portato per la prima volta più in alto di tutti. Dovrei dirti che è stato come un padre, per i suoi giocatori, che riusciva a calmare quella banda di pazzi e anche quella “testa calda” di Giorgio Chinaglia. Dovrei dirti di quando portava i suoi gemelli agli allenamenti a Tor di Quinto e li faceva giocare in campo, dovrei dirti di come abbia sempre mantenuto una linea di pensiero e abbia portato avanti le sue idee. Dovrei anche dirti che nel momento più bello della sua carriera il destino è stato beffardo, l’ha portato via lasciando un vuoto incolmabile nella Lazio, nei suoi giocatori e in tutti i tifosi. Dovrei anche dirti però che le leggende non si dimenticano, che per fortuna abbiamo ancora quelle immagini in bianco e nero a ricordarcelo, che il primo scudetto della storia della Lazio ha e avrà sempre la sua firma, il suo volto, e che nessuno ne oggi ne tra mille anni potrà scordarsi di lui, del Maestro. E allora adesso canta, canta ancora più forte, dai uno sguardo al cielo: “Su c’è il Maestro che ce sta a guarda…”»