2013

Torino-Lazio – Promosso e bocciato

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Fa strano vedere la Lazio nella parte destra della classifica. Se solo qualcuno l’avesse detto lo scorso 26 maggio, sarebbe sembrato uno scherzo. Eppure non si tratta di un brutto sogno: è la cruda, dura e amara realtà. E la cosa più dolorosa per tutti i tifosi biancocelesti, forse, non è tanto la classifica, quanto il non vedere una reazione, un barlume di speranza in questo momento, azzarderei a dire, vergognoso. Andiamo a vedere il migliore ed il peggiore in campo di Torino-Lazio.

Bocciato – Compito assai ingrato dover collocare Hernanes, per l’ennesima volta, sul banco degli imputati. Non che il resto della squadra abbia svolto una prestazione più brillante, ma dal Profeta tutti vorremmo qualcosa in più. Non lascia il segno nel primo tempo come mezz’ala. E non lo lascia nemmeno alla ripresa, quando viene alzato vicino a Perea. Sicuramente non si è dimenticato, dal giorno alla notte, come si gioca a pallone. Allora cosa è successo? Non riesco a non porre l’accento su un aspetto che va oltre il mero aspetto tecnico del centrocampista brasiliano. Ma penso che tanti tifosi abbiano notato la sua espressione perennemente corrucciata, quasi arrabbiata. E automaticamente il pensiero non può non essere volato verso il suo sorriso abituale a trentadue denti di appena sei mesi fa. Quindi? Profeta, torna tra noi.

Promosso – Se tra le file del Barca esistesse uno scienziato in grado di costruire una macchina del tempo, probabilmente verrebbe esortato di cuore a programmarla per tornare al fatidico momento della cessione di Keita. Appena è entrato in campo, è diventata un’altra Lazio. Allora, mister Petkovic, tutto il popolo biancoceleste ti chiede: per quale arcano motivo non è ancora arrivato il momento di schierarlo titolare in tutte le gare? Ai posteri l’ardua sentenza.

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