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Tra Chievo e Lazio vincono noia e caldo: al Bentegodi finisce 1-1

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Al Bentegodi finisce 1 a 1 la terza gara della stagione tra Chievo e Lazio. I biancocelesti non riescono a vendicare la pesante scoppola subita l’anno scorso quando subirono un’umiliante quaterna dai clivensi ma conquistano un punto utile quantomeno a muovere la classifica, dopo il passo falso di due settimane fa contro la Juventus all’Olimpico. Maluccio comunque, dal punto di vista del gioco che ha fatto registrare un lapalissiano passo indietro rispetto alle precedenti partite. La manovra è apparsa difatti lenta e prevedibile, le occasioni da rete sono giunte con il contagocce e soltanto nel secondo tempo quando Keita ha fatto il suo ingresso in campo portando brio e dinamismo allo sterile reparto avanzato e la difesa ha mostrato preoccupanti distrazioni nelle palle inattive dove in più occasioni i padroni di casa hanno portato pericoli alla porta di Marchetti. La sentenza è dunque la seguente: occorrerà lavorare ancora molto per trovare la condizione migliore ma siamo appena all’inizio della stagione dunque per ora, non sembra il caso di creare inutili allarmismi.

 

PRIMO TEMPO- Maran dispone in campo i suoi con il consueto 4-3-1-2 nel quale apporta soltanto due variazioni rispetto al solito: Lo sloveno Cesar, appena rientrato dalle fatiche nazionali, si accomoda in panchina, lasciando spazio a Gamberini mentre in attacco, Pellissier viene preferito ad Inglese. Sull’altra sponda, mister Inzaghi ritorna alla difesa a quattro. Così come anticipato alla vigilia del match, Radu e Kishna figurano nell’undici di partenza, mentre Lukaku e Keita siedono inizialmente in panchina. E’ una prima frazione pero’ alquanto deludente ed avara di emozioni e questo è forse da ascrivere anche al gran caldo che imperversa ancora sull’Italia. Eppure il primo minuto lasciava presagire un andazzo diverso quando Immobile riceva palla in area ma al momento del tiro, viene ostacolato sul più bello. Da quel momento, il nulla assoluto. La manovra dei biancocelesti è lenta e farraginosa, c’e’ molta distanza tra i reparti e si soffre maledettamente la mancanza di un uomo in grado di saltare l’uomo e di creare la superiorità numerica. Lo scambio di posizione dei fattori Anderson-Kishna, secondo la proprietà intransitiva produce sempre lo stesso risultato:null’altro che un solletico per la retroguardia clivense che si concede addirittura il lusso di giocare più bassa del solito perché non c’e’ alcun bisogno di intrappolare le bocche di fuoco biancocelesti nella trappola del fuorigioco. Basti pensare che in quarantacinque minuti, l’unico dribbling effettuato è opera del brasiliano Anderson su Gobbi ma è davvero troppo poco per pensare di creare grattacapi ad una squadra compatta e ben organizzata come quella di Maran che oltre ad avere gioco facile, scevra da ogni pressione nemica, nel comandare il possesso palla, rischia addirittura di passare in vantaggio nell’unica, vera occasione che emerge fuori dal mare di noia, ma il colpo di testa di Cacciatore trova la reattiva risposta di Marchetti. Inevitabile, ne siamo sicuri, che prima di andare a riposo, Inzaghi non stia pensando ad estrarre dalla propria faretra, la freccia Keita…

 

SECONDO TEMPO- Ed ecco che la partita si accende di colpo, improvvisamente. Corre il 50’, quando dagli sviluppi di un corner, svetta indisturbato in area avversaria Gamberini, trafiggendo sul secondo palo l’incolpevole Marchetti. Inzaghi dunque, si decide: dentro Keita per un evanescente Kishna e di colpo l’attacco si ridesta da un latente torpore. La mossa provoca lo scacco matto dopo pochi minuti quando da un calcio di punizione scodellato in area da Biglia, il senegalese approfitta di un rimpallo per rimettere al centro dove irrompe De Vrij che di testa poggia in rete per la rete del pari. Da questo momento, le due squadre si allungano per provare a vincere la partita. I veneti ci provano di sovente, soprattutto sulla corsia di destra dove Basta non riesce a reggere il passo dell’ottimo Gobbi e sfruttando i calci piazzati dove la difesa biancoceleste, seppur attenta in fase di marcatura, si dimostra distratta quando gli avversari provano a cercare l’inzuccata. Cacciatore e Gamberini ci prendono gusto, sfiorando più volte il sorpasso ma in due o tre occasioni è vigile Marchetti. Dall’altro lato invece, i ragazzi di Inzaghi ci provano sfruttando il maggior brio di Keita il cui impatto sul match e’ davvero ottimo. E’ proprio lui a provarci due volte, prima con un tiro da fuori e poi con un altro nell’area piccola, dopo aver aggirato Gobbi, ma in entrambe le occasioni la sua mira è imprecisa. L’occasione più ghiotta capita però sulla testa di Immobile. L’attaccante napoletano, imbeccato splendidamente da un millimetrico lancio di Parolo, fallisce di testa a pochi passi da Sorrentino. Sono gli ultimi tentativi di due squadre esauste e sfinite dal gran caldo. I cinque minuti di recupero non cambiano il risultato che resta immutato.

 

Il fischio finale racconta di due squadre che si sono piuttosto equivalse sia nella mole di gioco prodotto che nelle occasioni da rete. Un pari dunque sostanzialmente giusto, che servirà ad entrambi gli allenatori per provare a capire quali difetti andranno limati e su cosa occorrerà lavorare maggiormente nel prossimo, immediato, futuro.

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