Editoriale
Tuchel e le sue genialate: con Lukaku sarà un Chelsea da paura
La Supercoppa Europea ha visto il successo del Chelsea di Thomas Tuchel che si candida a un’altra stagione da protagonista
Quella che si concluderà il 28 maggio allo Stadio San Pietroburgo sarà la terza finale di Champions League consecutiva per il condottiero del Chelsea Thomas Tuchel? La domanda sorge spontanea ma ha più di un fondamento di verità se consideriamo che il tecnico tedesco è quanto di meglio possa offrire il panorama continentale al giorno d’oggi.
No, non stiamo esagerando nel considerare l’ex Mainz e Borussia Dortmund tra i più preparati (e vincenti) allenatori in circolazione. Parla chiaro il suo palmares, rimpinguato con la prima Supercoppa Europea della sua carriera, guarda caso la numero uno anche per il club di Abramovich.
Ma i trofei non necessariamente spiegano tutto, ben di più lo fanno invece pensieri e parole dei suoi giocatori, a cominciare da Jorginho, che si dice quasi lo venerino per le capacità fuori categoria. Il capolavoro non c’è dubbio sia stato il trionfo di Lisbona contro il City di Guardiola, al culmine di pochi mesi nei quali Tuchel ha saputo ribaltare come un calzino una squadra in crisi.
L’equilibrio collettivo trovato grazie alla difesa a 3 è stato un colpo di genio, l’inserimento di Kepa allo scadere dei supplementari contro il Villarreal il guizzo classico di chi sa quello che fa. Fortuna, si dirà. Certo, senza l’appoggio delle stelle non si vince mai, ma è chiaro che la sorte vada anche solleticata.
E l’allenatore del Chelsea ha saputo farlo come nessun altro in questo 2021, al punto che la sua squadra pare davvero destinata a durare nel tempo. Il calcio intenso, veloce e verticale piace e diverte e l’imminente sbarco di Lukaku a Stamford Bridge potrebbe colmare le carenze nella finalizzazione.
Con l’ormai ex centravanti dell’Inter al centro dell’attacco, l’estro dei vari Mount, Ziyech o Havertz verrà esaltato. Così come il talento incompreso di Werner potrebbe paradossalmente trarre beneficio dalla presenza del belga, potendo sfruttare gli spazi senza l’obbligo di “fare reparto” da prima punta. Insomma, questi Blues fanno davvero paura.