2013

Una Lazio a due facce nel 2013: in Europa cammino da applausi, ma in campionato si zoppica…

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Una Lazio a due facce. Ormai da un anno va avanti questo leitmotiv che suona strano e inspiegabile. Non parliamo più di casa e trasferta. Ma di Europa e Campionato. Tra i tanti meriti di della “rivelazione” Petkovic, l’anno scorso, c’era di sicuro il fatto che si sia presentato e confermato come un tecnico che tiene molto alla vetrina europea. Nella fase a gironi dell’anno scorso, la Lazio ha chiuso il girone da prima con 12 punti, 3 vittorie, 3 pareggi ma soprattutto zero sconfitte. Questo non è un dato casuale visto che per la prima volta, la fase a girone non è stata trascurata ed è stata sempre schierata la formazione titolare o quasi. Non che negli altri anni non fu onorata la prima fase del torneo, ma basta andare un anno indietro e ritrovare una Lazio che si qualifica per il rotto della cuffia grazie alla sconfitta in casa del modesto Vaslui. Ma torniamo ai numeri, la casella 0 alla voce sconfitte è rimasta tale fino alla gara di quarti di finale contro il Fenerbahce. Ed è stata l’unica subita da Petkovic in tutta la sua avventura continentale.

Il campionato è sicuramente diverso, squadre più competitive e impegni più serrati, ma dei 93 punti a disposizione sino ad ora in tutto l’anno solare 2013, la Lazio di Petkovic ne ha guadagnati appena 38. Molto meno della metà, un cammino che non si può di certo attribuire ad una squadra di vertice. Il problema qualche anno fa, era di trascurare l’Europa, ora, paradossalmente sembra il contrario, ma è ovvio che sia un iperbole dire ciò, ma soprattutto non basta elencare i numeri, ma bisognerebbe capirne le cause. La Lazio probabilmente nel medio-lungo periodo, non riesce ad essere coerente e continua, colpa degli infortuni e della concentrazione, ma forse anche di una mentalità troppo superficiale. Nel breve termine invece, gli uomini di Petko si trasformano in killer spietati, e mietono vittime, basta guardare la Coppa Italia. Mai una sconfitta, un vittoria sulla Juve, un pareggio allo Juventus Stadium, ed un Derby vinto. Anche in Europa c’è voluto un arbitraggio da brividi per fermare l’armata biancoceleste, inginocchiatasi solamente sul terreno turco. Forse è un problema di carattere, per un breve periodo non riamane alta solo la concentrazione, ma anche il carattere, in partite da dentro o fuori, viene in soccorso ai ragazzi che tra l’altro ne hanno da vendere. Nelle sfide da dentro o fuori difficilmente si sbaglia. Unica pecca la finale di Supercoppa, dove però la Juve ha giustamente evidenziato i 15 punti che separano le compagini in questo momento. Urge fare il punto della situazione, e riguardare gli errori commessi, al fianco di Petko, colui che può far cambiare il destino alle cose.

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