Editoriale

Vaccino ai calciatori: un messaggio che va oltre la questione morale

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In vista degli Europei gli Azzurri saranno tra i primi calciatori a ricevere il vaccino: dibattito aperto tra chi è d’accordo e chi no

Il vaccino ai calciatori diventerà molto presto una realtà. Quanto meno per una trentina di “azzurrabili” indicati dal Commissario Tecnico Roberto Mancini nella lista dei possibili convocati per gli Europei. Nei prossimi giorni è infatti prevista la somministrazione della prima dose con lo Spallanzani di Roma e l’Humanitas di Milano come centri nevralgici.

D’altro canto il diktat della UEFA, sulla scia di quanto stabilito anche dalla Conmebol per la Copa America, non lascia spazio alle interpretazioni. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo il rischio contagio in un’edizione ad alto coefficiente di difficoltà, considerando il cammino itinerante della competizione.

Favorevoli e contrari accendono il dibattito su una vicenda che, da qualsiasi lato la si guardi, ha indubbiamente ragioni da vendere. Che i calciatori non rappresentino una categoria prioritaria pare superfluo ricordarlo, ma al tempo stesso chi ne critica i privilegi sottovaluta la potenza del messaggio.

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