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Var, ecco quello che c’è da sapere
Ieri in occasione di Juventus-Cagliari c’è stata la prima comparsa nel nostro campionato, ora ecco in dettaglio ciò che bisogna sapere su questa tecnologia
COS’E’ – Innanzitutto bisogna fare attenzione all’articolo. Sì, perché le due varianti “la Var” e “il Var” sono entrambe corrette, ma a cambiare è il significato. Anteponendo l’articolo femminile si fa riferimento alla tecnologia, quindi al supporto in immagini che permetterà all’arbitro di riesaminare un’azione di gioco dubbia. Optando invece per l’articolo maschile si indica il Video Assistant Referee, ovvero l’assistente addizionale che aiuterà il direttore di gara a non commettere errori. Non è del tutto corretto assimilare il Var alla moviola in campo. Quest’ultima infatti può analizzare ogni singolo episodio che si verifica durante il gioco, mentre il raggio d’azione del Var è ristretto a soli 4 casi.
CHI – Sono due gli assistenti arbitrali che sostituiranno gli addizionali di porta e saranno addetti al Var: il Var e l’Avar. La revisione dell’azione, Var Review, potrà essere suggerita dal Var, ma solamente l’arbitro potrà invocarla. Così come spetterà al direttore di gara l’ultima parola a seguito della revisione. Se un giocatore o un componente dello staff richiederà l’ausilio della Var dovrà essere ammonito.
DOVE – Sarà compito di ogni società allestire all’interno dello stadio (o, in caso di impossibilità, all’esterno) una Video Operation Room. La postazione ospiterà i due arbitri e gli operatori del caso. A bordo campo, tra le due panchine, ci sarà invece la zona riservata alla revisione arbitrale.
COME – Quando si renderà necessaria una Var Review l’arbitro dovrà indicare con le mani il profilo di un monitor. Questo segno aprirà e chiuderà la revisione. Sarà sempre compito dell’arbitro ritardare la ripresa del gioco (non sarà concessa la possibilità di tornare indietro). Se il gioco è in corso dovrà essere interrotto in una fase neutra. Il direttore di gara osserverà dalla sua postazione le stesse immagini poste al vaglio dei due assistenti arbitrali. L’arbitro potrà quindi scegliere se mantenere o no la sua decisione iniziale. Il gioco riprenderà il prima possibile.
QUANDO – Il protocollo, unico e mondiale, prevede che l’arbitro faccia ricorso al Var Review solamente in 4 casi:
– Convalida di un gol: qualora si verificassero infrazioni in occasione di un gol, sia se questo sia stato o meno convalidato dall’arbitro, gli assistenti possono suggerire a quest’ultimo l’ausilio del Var. Miro Klose anticipò tutto e tutti nella partita contro il Napoli del 2012, quando ammise davanti all’arbitro Banti di aver segnato colpendo la palla con la mano. E il gol venne annullato.
Le riprese di gioco non possono essere oggetto di revisione. Un gol segnato su punizione inesistente non può essere sottoposto al Var.
– Rigori: il Var potrà essere di supporto all’arbitro per l’assegnazione dei rigori e per il riesame di ciò che accade in area di rigore. Non ci saranno più falli da rigore eclatanti non segnalati, come quello di Fazio su Lukaku nel derby del 30 aprile. E in caso di simulazioni alla Strootman, oltre all’annullamento del rigore, scatterà il cartellino giallo per il giocatore.
– Rosso diretto: il Var potrà essere invocato in caso di cartellini rossi. Falli di gioco fuori dall’area di rigore e cartellini gialli non potranno mai essere sottoposti al vaglio del Var.
– Scambio di identità: grazie al Var non ci saranno più casi in cui a essere ammonito sarà erroneamente un giocatore diverso da quello che ha commesso il fallo.
PERCHE’ – Il responsabile del progetto, l’ex arbitro Roberto Rosetti, spiega così l’utilità del Var: «Non vogliamo stravolgere il gioco del calcio. L’obiettivo è quello di dargli garanzie, di migliorarlo. Quando ci sono degli errori importanti, chiari ed evidenti, che tutti noi vediamo in dieci secondi in televisione, è giusto che anche l’arbitro possa vederli e possa rimediare ad una svista oppure possa fare la cosa giusta», conclude Rosetti.