2013

Vinicius prova a farsi largo

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E’ arrivato quest’estate dal Cruzeiro, ed ora Vinicius vuole imporsi. Dopo il problema alla caviglia, per lui è stato costruito un percorso di tre mesi utile alla crescita. Come scrive Il Corriere dello sport, ieri contro l’Aprilia Petkovic l’ha provato in due ruoli nel 4-3-3, il primo è stato il più attendibile. Il test è servito anche per sperimentare il brasiliano, per integrarlo negli schemi, per concedergli spazio in partita. Vinicius si prepara per il debutto, avverrà presto.

Vinicius terzino, è in questo ruolo che deve lavorare. Ieri ha iniziato in difesa, come quarto a sinistra. Ha confermato le doti atletiche, la capacità di sprintare, di attaccare gli spazi. Ha cercato spesso l’uno-due con i compagni, con i centrocampisti, lo faceva anche in ritiro. Prova a liberarsi per crossare, gli piace affondare sulla fascia per far spiovere palloni in area. Petkovic gli ha chiesto massima attenzione in fase di non possesso palla, rispetto agli inizi il brasiliano ha offerto qualche segnale di crescita, deve continuare a studiare. La fascia sinistra ha bisogno di rinforzi, da anni si creano buchi da tappare. In passato sono mancate le alternative, stavolta sono stati infortuni (Radu, Konko e Pereirinha) e squalifiche (Mauri) a creare problemi. A Petkovic serve soprattutto un vice Radu, non è sempre possibile adattare i cursori di destra a sinistra. Vinicius, per caratteristiche, non è un terzino, è un esterno di centrocampo. Vlado lavora per modificare il suo raggio d’azione, per utilizzarlo anche come esterno basso.

Vinicius attaccante esterno, un esperimento in più a sinistra. Nel finale del secondo tempo il brasiliano è stato piazzato in avanti, nel 4-3-3 ha giocato accanto a Keita e Floccari. Il test ha fornito tracce indicative ed altre meno probanti, il bello delle amichevoli è che ci si può sbizzarrire con le alchimie. La rosa biancoceleste è dotata di giocatori duttili, in tanti possono coprire più ruoli, questa è una verità. Vinicius, per indole, è portato ad attaccare, è esplosivo. Certo, è presto, prestissimo per fare paragoni con Kolarov o con Lulic. Il brasiliano è giovanissimo, ha 20 anni, dev’essere inquadrato e svezzato. Ha un tiro pericoloso, in Brasile caricava, prendeva la mira, spesso centrava la porta. Si faceva apprezzare anche battendo punizioni, gli affidavano i calci piazzati. Ma l’Italia è l’Italia. Petkovic vuole definire bene il suo ruolo o i suoi ruoli, vuole integrarlo negli schemi, lo sgancerà in partita quando lo riterrà opportuno, quando il processo d’ambientamento sarà concluso.

Vinicius avrà spazio in campionato e in Coppa Italia, non può essere utilizzato in Europa League, è fuori dalla lista Uefa.  «Presto vedrete anche Vinicius» , sogghigna spesso Lotito. Felipe Anderson e Perea hanno iniziato a dare risposte, Biglia sta crescendo, è a caccia di giusti equilibri, Novaretti è atteso da nuovi esami calcistici. All’appello manca Vinicius, c’è curiosità tra i tifosi, non è un fantasista che fa sognare, ma giocatori con le sue doti (veloci e ficcanti) piacciono. La fascia sinistra, dopo la partenza di Kolarov, per anni non ha avuto padrone. E’ stato Lulic a raccogliere l’eredità del serbo, incontrò difficoltà in partenza, riuscì a superare gli ostacoli, ad imporsi con potenza e prepotenza. A Vinicius è giusto rivolgere lo stesso augurio.

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