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Zaccagni, parla il SUO ex allenatore: «Ha fatto la GAVETTA, nessuno gli ha REGALATO niente. E sulla Lazio…»

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Le parole dell’ex allenatore di Zaccagni hai tempi della Primavera dell’Hellas Verona: dal giovane Mattia al capitano della Lazio

Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, l’ex allenatore di Zaccagni ai tempi della Primavera dell’Hellas Verona ha raccontato del giovane Mattia, per poi arrivare ai giorni d’oggi alla Lazio. Le dichiarazioni:

GIOVANILI – «Quando ho conosciuto Mattia era un bambino, adesso lo vedo uomo, padre, ma la stoffa si vedeva già. Quando venne a provare, io avevo la Primavera dell’Hellas, era ancora piccolino e mi ricordo che il procuratore diceva che aveva fatto dei provini con Inter e Milan e lo avevano scartato. Noi non avevamo grandi potenzialità e dovevamo essere oculati nelle scelte. Quando venne a provare avevo dei marcantoni in campo, ma quando ho visto Mattia dribblare ho detto: ‘questo ragazzo qualcosa ha’. Tuttavia non lo prendemmo subito, aveva esordito nel Bellaria, andammo in ritiro l’anno dopo e ci mancava un centrocampista e allora prendemmo Zaccagni. Come è entrato ha saltato tre uomini ed è andato al tiro e allora ho detto: ‘da qui non si muove’. Lui ha fatto la gavetta, non gli ha regalato niente nessuno, quando ha trovato Juric che lo ha sistemato più avanti da lì è nata la sua storia. Era intuibile a quel tempo? Direi di no, è tutto merito di Mattia».

CAPITANO – «Lui non ha mai avuto paura di rischiare, ha sempre provato a far qualcosa di più e di diverso, ha fatto un grande step a livello umano diventando papà e marito, dunque può assolvere a questa cosa. La fascia non si dà a caso. Vedo Mattia davvero pronto per una cosa del genere. Dal momento che tu metti la fascia di una società come la Lazio hai oneri ed onori, ma non può essere lasciato solo devono aiutarlo società e compagni. Doppia cifra? Io credo ci possa arrivare, lui ha fatto questo passaggio in avanti in età avanzata, lui nasce come una mezzala di attacco, poi avendo il tiro si è specializzato e affinato. Credo possa arrivare in doppia cifra poi avendo anche la personalità di battere i rigori a maggior ragione».

LAZIO-VERONA – «Il Verona è la squadra che seguo di più, poi seguo la Lazio perché sono un simpatizzante fin da bambino, io sono un classe ‘67 e le prime partite in bianco e nero che vedevo la domenica sera era la Lazio della Banda Maestrelli e nasce da lì quell’interesse per la Lazio. Di sicuro il Verona è un cliente scomodo e Baroni lo sa. Cambiando molti giocatori a Verona ci sono sempre grandi motivazioni».

NOSLIN – «Meglio di Baroni non lo conosce nessuno e credo che se lo ha così fortemente voluto sa il valore del giocatore. Quando entri in un meccanismo più grande come la Lazio devi dimostrare di crescere per dimostrare di meritartela e va dunque aspettato».

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