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Zaccagni Lazio, l’analisi tattica del neo biancoceleste. Intelligenza al potere
Zaccagni Lazio, l’analisi tattica sul ruolo dell’ultimo acquisto biancoceleste. I punti di forza dell’ex Hellas Verona
A sorpresa, Zaccagni ha lasciato il Verona nell’ultimo giorno di mercato per andare alla Lazio. Con le difficoltà ad arrivare su Kostic, la società biancoceleste ha disperatamente cercato un giocatore offensivo con cui arricchire il tasso tecnico della rosa di Sarri, altrimenti un po’ corta dal punto di vista numerico.
In questi ultimi anni, il Verona di Juric ha avuto una delle identità tattiche più forti della Serie A. E’ stata una squadra che si è distinta per un’intensità fuori dal comune, con un pressing feroce fortemente orientato sull’uomo che rendeva un incubo il palleggio agli avversari. In una formazione molto fisica e intensa, Zaccagni è stato il principale leader tecnico, un catalizzatore della fase offensiva. Ha comunque dimostrato di essere molto dinamico e preciso anche nel pressing, una qualità che tornerà utile a Sarri (il quale sta plasmando una Lazio che vuole recuperare il pallone in avanti).
Con 6 gol e 5 assist, Zaccagni è stato un vero e proprio accentratore della fase offensiva, visto che è stato il calciatore a portare più gol. Basti pensare che, nonostante in assoluto non effettuasse molti passaggi, è stato il giocatore scaligero con più tocchi per 90′ nella trequarti offensiva (25.3). Non a caso, il Verona è stata la formazione della Serie A che più attacchi ha effettuato a sinistra (il suo lato): una squadra che si aggrappava in toto alla sua creatività.
Schierato come trequartista-sinistro nel 3-4-2-1, i suoi movimenti e le sue giocate hanno dato imprevedibilità a una squadra dal tasso tecnico non elevato. Per quanto abbia grandi qualità, Zaccagni non ragiona da solista che deve creare dal nulla il guizzo decisivo. Anzi, pensa più da calciatore di sistema: si associa continuamente con mediano, esterno e terzo di difesa quando questo si alza. Vedevamo rotazioni interessanti, con Zaccagni che leggeva sempre correttamente la zona in cui muoversi. Le combinazioni tra Zaccagni e Dimarco sono state forse la cosa più bella del Verona 2020-2021, con i due che hanno dimostrato un’intesa fuori dal comune.
Il bellissimo gol contro il Torino. Zaccagni viene incontro (mettendo un pallone bellissimo) e Dimarco attacca l’area.
Spesso Zaccagni riceveva nel mezzo-spazio con l’esterno che andava sul fondo, mentre in altre circostanze il trequartista si apriva e il quinto entrava dentro al campo. Inoltre, considerando che il Verona molte volte costruiva a sinistra per poi finalizzare sul secondo palo (con Faraoni o Barak), Zaccagni era determinante per consentire alla squadra di crossare verso destra.
Alla luce di queste doti, si capisce come mai Sarri possa essere soddisfatto del suo arrivo. Zaccagni non è solo forte, ma è anche intelligente e bravo a inserirsi nel contesto tattico della propria squadra. E’ un calciatore associativo che spicca soprattutto perché utilizza la sua tecnica al servizio dei compagni, associandosi bene con loro sia con che senza palla. L’ormai ex Verona arricchisce molto sia la fase di possesso della Lazio, sia l’intensità del pressing (che non sempre è andato bene in queste prime due partita). Più che con ripartenze, la formazione di Sarri vuole attaccare con azioni lunghe ed elaborate, in cui vengono coinvolti tanti giocatori. Un contesto in cui Zaccagni ha dimostrato di esaltarsi, visto che a Verona abbiamo visto azioni costruite molto bene sulla fascia sinistra.