Zandera entertainment, ai nostri microfoni il creatore del canale ci ha raccontato come è nato il suo progetto
Un marchio, una garanzia verrebbe da dire. Ogni qual volta esce un video di Zandera i tifosi biancocelesti sanno che sarà un’emozione forte. In esclusiva ai nostri microfoni il creatore del canale ci ha raccontato del suo progetto.
Cosa pensi della situazione che sta vivendo il calcio?
«Penso che sia giusto ricominciare a giocare attenendosi a tutte le misure di sicurezza, l’Italia sta ripartendo ed è giusto che rinizi anche il calcio. Soprattutto perché i calciatori sono controllati h24, hanno continuamente a disposizione mezzi per accertare il proprio stato di salute. Molto di più rispetto alla gente comune».
Pensi che se si riniziasse a giocare la Lazio lotterà fino alla fine con la Juventus?
«Penso di si, la Lazio ha un grande gruppo affiatato e di talento, capeggiato dal grande lavoro di Inzaghi. Certo, giocare le partite mancanti e lottare per lo Scudetto senza il supporto del pubblico sarà un’altra dimensione. Speriamo che possano mantenere la lucidità e la voglia di vincere anche senza i tifosi laziali intorno al rettangolo di gioco».
Come è nata l’idea di produrre video sulla Lazio?
«Iniziai tantissimi anni fa smanettando i video delle vacanze e quando l’Italia vinse i Mondiali. Youtube era nato da poco, e da quel momento nacque una grande passione per il video editing che poi è diventato il mio lavoro. Da grande tifoso Laziale cominciai poi a produrre video sulla Lazio».
Cosa ti fa scattare la scintilla e poi ti porta a montare un video?
«Ascolto tanta musica di qualsiasi genere, appena ascolto una traccia che mi ispira scatta la scintilla nella mia testa e già immagino il video associato al brano musicale, l’ispirazione parte tutta da lì. Poi ci sono storie laziali particolari, giocatori eccezionali e trofei conquistati che aiutano il tutto».
Qual è il tuo progetto futuro?
«Continuare a migliorarsi ogni giorno, cercando sempre nuove idee per i miei video e sperando che la Lazio continui a vincere per regalarmi tanto materiale».
Chi ti ha trasmesso la lazialità?
«Nessuno nella mia famiglia era Laziale, lo diventai da solo alla scuola materna perché ero pazzo di Beppe Signori quando arrivò alla Lazio. Sin da piccolissimo chiedevo continuamente a mio padre di portarmi all’Olimpico. La mia fede iniziò in concomitanza con il passaggio di presidenza tra Calleri e Cragnotti».