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Zanetti ricorda Mihajlovic: «Uomo onesto e generoso»
Zanetti ricorda Sinisa Mihajlovic: «Grande uomo, onesto e generoso. Con lui iniziò il ciclo all’Inter»
Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter, alla Gazzetta dello Sport ha voluto ricordare il suo ex compagno Sinisa Mihajlovic.
MOMENTO – «Eravamo lì, pronti a scendere in campo. E poi la vita ci ha voluto ricordare che all’improvviso può cambiare tutto. Abbiamo fatto un minuto di silenzio per Sinisa, sul maxischermo c’era la sua immagine e la squadra che indossava la maglietta bianca ha scritto il suo nome e il numero 11 con un pennarello».
PRIMO INCONTRO – «Certo, è successo in campo durante una partita tra Inter e Sampdoria. Lo conoscevo già per la sua ottima carriera nella Stella Rossa, il club con cui aveva vinto la Coppa Campioni, e con la Roma. Quante battaglie contro di lui… Era un difensore molto forte, adesso va di moda la costruzione dal basso e lui con quel piede costruiva benissimo anche perché aveva iniziato da terzino. E quando calciava le punizioni, era pazzesco. Quando venne a giocare all’Inter, faceva delle grandi sfide ad Appiano Gentile con Recoba e poi con Veron. Innanzitutto pensavo che fosse un uomo di grande personalità. E poi un lottatore. Quando giocavo contro Sinisa, ero contento perché le sfide contro i calciatori grintosi mi piacevano. Lui non mollava mai».
SPOGLIATOIO – «Molto generoso. Gli piaceva fare gruppo, sapeva scherzare ed era sempre molto positivo. Ricordo la gioia quando vincemmo una Coppa Italia grazie a un suo calcio di punizione. Sia da compagno sia da allenatore è stato una persona vera. Ha sempre mostrato grande personalità e carattere. Un uomo leale. Avere gente così nello spogliatoio alzava il livello del gruppo. Per vincere servono persone come Sinisa, che veniva sempre fuori nei momenti di difficoltà».
RICORDI – «Ci hanno legati tanti momenti, ma se devo sceglierne uno la mente torna al primo incontro dopo l’annuncio della malattia. Ci scambiammo un abbraccio fortissimo dentro il quale c’era ogni cosa e il sentimento che ci legava. Lo vidi sorridente nonostante tutto: una grande lezione».
EREDITA’ – «Ne lascia tante. Una riguarda il modo in cui vivere lo sport, con grinta, lealtà, rispetto delle regole, ambizione. Poi il suo modo di affrontare la vita, il suo coraggio, la generosità. È stato così bravo da farci credere di poter vincere questa battaglia. E ci siamo cascati tutti».