Editoriale
Zaniolo, addio Europei: calvario infinito, ma quei paragoni con Baggio…
Il calvario di Zaniolo è ancora lontano dal terminare: impossibile ritrovarlo per gli Europei, ben più importante sarà il suo pieno recupero atletico
Ginocchia fragili e un talento smisurato: sembra la descrizione perfetta di Roberto Baggio, ma che si può tutto sommato estendere anche a Nicolò Zaniolo. Il golden boy del calcio italiano vive il suo incubo da quasi 500 giorni, con il campo assaggiato soltanto a spizzichi e bocconi.
Correva infatti il 12 gennaio 2020 quando improvvisamente si è oscurato il cielo del trequartista romanista. La prima rottura del crociato cui fece seguito il rapido, forse troppo, rientro estivo e la doccia gelata del secondo crac lo scorso 7 settembre, questa volta con la maglia della Nazionale.
Già, quei colori Azzurri che Nicolò non potrà indossare nei prossimi Europei, che il rinvio di un anno fa lasciava presupporre fosse un regalo del destino proprio per il classe ’99. Mai illusione si è rivelata in realtà più crudele e il disperato tentativo di ritrovare una forma accettabile si è sostanzialmente incagliato negli ultimi giorni.
Quel covid che sembrava potesse concedere un’insperata chance si è invece accanito con tutta la sua crudeltà, costringendo Zaniolo a qualche settimana di pausa nel percorso di riabilitazione. Stop purtroppo letale quando si lotta sul filo dei giorni.
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