2013

Zarate attacca Lotito: “Il Presidente spingeva i tifosi a contestarmi con gli striscioni”

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Nonostante la questione tra Mauro Zarate e la Lazio sia stata definitivamente chiusa, il giocatore è tornato a parlare del suo percorso calcistico sia nella società biancoceleste che più generalmente nel panorama del calcio italiano, rilasciando una lunga intervista a “Goal Argentina”. Il giocatore del Velez dichiara: ““In Serie A ci si deve adattare, è un calcio molto tattico. I primi due anni alla Lazio sono stati molto belli, poi dal terzo si è tutto complicato. Sono passato poi all’Inter, era un gran gruppo, ma ho avuto la sfortuna di firmare con un club così grande senza poter vincere niente. Cosa mi ha colpito dell’Italia? Ammiravo Zanetti e Maldini, oltre all’Inter di Mourinho.Vorrei andare in una squadra importante ma per vincere, per stare bene ed essere protagonista. Troppa differenza con la Lazio? Forse, ma stando a Roma la Lazio è molto importante, è la capitale e si vive in modo molto intenso. Il derby è una partita diversa, è interessante l’attesa e la settimana successiva”. Al termine del prestito Zarate torna nella capitale: “Quando sono tornato ho parlato con Lotito per andare via, però mi disse che voleva cedermi in Russia. Io non ero interessato, quindi sono rimasto sei mesi fuori. Il tecnico mi ha fatto giocare due partite, poi mi ha detto ‘Fai quello che vuoi’. Così ho parlato con i dirigenti di una squadra (la Dinamo Kiev, ndr) Ucraina, era tutto perfetto. Ho dovuto organizzare diverse cose con la Lazio, ci sono stati diversi disaccordi ed è saltato tutto. Era una bella sfida, giocavano in Champions. Non vedevo l’ora di giocare. Insistevo ogni giorno di voler andare via, ma cadevano tutte le possibilità. Quindi sono andato a processo, quello che mi hanno fatto era illegale. Così con il permesso della FIFA ho potuto continuare a lavorare”. Prima di tornare nuovamente al Velez il giocatore ha vissuto un periodo molto complesso: “E’ stato un anno durissimo, mi sono allenato sei mesi senza giocare. E altri sei mesi senza nemmeno allenarmi. E’ stato orribile. La mia famiglia mi ha fatto riprendere, invece di rinchiudermi in casa mi sono allenato da solo”. Infine Zarate tra un attacco al Presidente Lotito e un mea culpa conclude:“Mi rendo conto che avrei dovuto gestire differentemente i primi due anni alla Lazio. Ma c’è da dire che il presidente fece sì che gli ultras mi contestassero. C’erano degli striscioni che costavano una fortuna, i soldi non li mettevano loro. C’erano anche fuori dal nostro campo allenamento. Altri cartelli venivano rimossi, i miei rimanevano sempre intatti”.

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